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Non fumate in gravidanza e davanti al bambino

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La raccomandazione a non fumare è oggi universale e ripetuta in tanti ambiti.
Nonostante i rischi per la salute derivanti dal fumo di tabacco siano ormai conosciuti dalla maggior parte delle persone, il tabagismo resta ancora tra i fattori di rischio più diffusi e allarmanti, causa delle più importanti malattie croniche prevenibili.
Il fumo, sia attivo che passivo, rappresenta un pericolo anche per la salute del bambino, fin dal periodo preconcezionale.



 In gravidanza il fumo di tabacco ha conseguenze non solo sulla mamma, ma anche sul nascituro, tra cui l’aumento del rischio di: aborto spontaneo, prematurità, basso peso alla nascita, mortalità perinatale, SIDS.
Consapevoli anche di questi rischi, la possibilità di una gravidanza può quindi rappresentare un'ottima occasione per smettere di fumare. Ma non basta astenersi dal fumo durante la gravidanza, è essenziale proseguire anche dopo la nascita, poiché l’esposizione al fumo passivo ha effetti particolarmente dannosi nei primi mesi e anni di vita. Se è importante smettere di fumare in generale, lo è ancor di più per coloro che si prendono cura del bambino

Lo sapevi?

 
Il fumo è “la prima causa di morte facilmente evitabile”. Esso causa malattie cardiovascolari e respiratorie, e cancro: dei più di 4000 composti identificati nel fumo di tabacco, circa 80 sono cancerogeni secondo lo IARC (Agenzia Interazionale per la Ricerca sul Cancro). In Italia, nel 2016, il 20.63% delle morti negli uomini e il 7.9% nelle donne era dovuta al tabacco.

 

Smettere di fumare determina una serie di effetti positivi sulla salute generale (es. riduzione di malattie respiratorie e cardiocircolatorie, miglioramento dell’attività circolatoria del sangue e digestiva, diminuzione dei tumori delle vie aeree, digerenti, renali e urinarie). Comporta un beneficio con aumento dell’aspettativa di vita, anche quando sono già insorte malattie croniche.

Le fumatrici presentano un rischio aumentato di diverse complicanze ostetriche, tra cui gravidanza ectopica (con possibili gravi conseguenze per la donna) e abortività, rispetto alle non fumatrici.

 

Inoltre aumenta il rischio di prematurità e mortalità perinatale e raddoppia il rischio di basso peso alla nascita. Dopo la nascita, vi è un aumento del rischio di sindrome della morte in culla (Sudden Infant Death Syndrome, SIDS) tra i figli delle fumatrici.

Inoltre il consumo abituale di tabacco in gravidanza comporta per il bambino un aumentato rischio di infezioni broncopolmonari e di malattie croniche a carico delle vie respiratorie (come l’asma), obesità e diabete mellito tipo 2, alterato sviluppo neurologico ed effetti sul comportamento) . Diversi studi hanno inoltre riportato un’associazione possibile tra fumo in gravidanza e alcune specifiche malformazioni congenite, come labiopalatoschisi e difetti cardiaci.

Le donne in gravidanza esposte al fumo passivo, solitamente proveniente dal fumo del compagno o di un altro familiare, sono esposte alle stesse tossine del fumo attivo, ma a livelli inferiori. Per questo, rischiano di avere un bambino di basso peso alla nascita più delle non fumatrici non esposte a fumo passivo (e meno delle madri fumatrici). Il fumo passivo in gravidanza aumenta anche il rischio di morte prenatale, malformazioni congenite e prematurità.
I dati italiani riportano che un bambino su 2 ha almeno un genitore fumatore e, mentre il 70% delle donne fumatrici riesce a smettere di fumare durante la gravidanza, purtroppo il 70% di queste ultime riprende dopo il parto. Inoltre la presenza di un partner fumatore aumenta il rischio di ripresa del fumo dopo la nascita del bambino.
L’inalazione passiva del fumo di tabacco ha effetti dannosi, avvenga essa in casa o in altri luoghi.

 

I bambini esposti al fumo passivo sono destinati a soffrire di malattie respiratorie (bronchiti, polmoniti, tosse e dispnea) e ad essere ospedalizzati di più dei bambini non esposti. È stato dimostrato che le malattie respiratorie nel primo anno di vita aumentano anche nel caso in cui la madre fumi esclusivamente dopo la gravidanza.

Inoltre c’è evidenza di un lieve aumento di otite ricorrente e di otite media sierosa in bambini esposti al fumo di tabacco. Alcuni dati suggeriscono che il ricorso all’adenoidectomia e alla tonsillectomia è fino a 2 volte più frequente nei bambini esposti al fumo passivo rispetto a quelli non esposti.

Infine il fumo passivo aumenta ulteriormente la probabilità di morte in culla e alcune evidenze suggeriscono che l’esposizione ai prodotti di fumo da tabacco possano comportare un aumento del rischio di cancro nei bambini.

Perciò è raccomandato non fumare in casa e in generale nei luoghi frequentati dai bambini, è importante chiedere a chiunque frequenti questi luoghi di fare lo stesso e non portare i bambini in ambienti dove si fuma.

Se non si riesce a smettere di fumare, non si deve rinunciare ad allattare poiché si priverebbe il bambino di importanti benefici. I bambini a maggior rischio di malattie respiratorie, ma anche di morte in culla (come i figli di madri fumatrici), lo sono ancora di più se non ricevono latte materno.

 

Quando i tentativi di astinenza totale dal fumo dovessero fallire, è necessario adottare alcuni accorgimenti: ridurre al minimo il consumo di sigarette, evitare assolutamente di fumare prima della poppata, cambiare abiti e lavarsi le mani dopo aver fumato prima di toccare il neonato, non fumare mai in presenza del bambino e, in ogni caso, evitare di fumare in casa o in auto, non condividere il letto con il bambino se non per il tempo necessario per la poppata.

Bisogna comunque proteggere il bambino dal fumo passivo e anche il supporto del padre è fondamentale. Anche le sigarette elettroniche andrebbero evitate in allattamento.

Inoltre, in questi casi, è di estrema importanza indirizzare la neo-mamma a un aiuto e sostegno da parte di un operatore sanitario adeguatamente preparato in merito, con la collaborazione del pediatra di libera scelta.

Fumare in ambienti chiusi e piccoli, per esempio negli autoveicoli, espone adulti e bambini a concentrazioni molto elevate di fumo passivo. Tali concentrazioni rappresentano un rischio per la salute sia a breve (attacchi asmatici) che a lungo termine in caso di esposizioni continuative (infiammazioni croniche, patologie cardiovascolari e neoplasie). Si tenga conto che quando si accende una sigaretta in automobile, pur con finestrino aperto, le concentrazioni di polveri sottili (particelle così piccole da raggiungere le ramificazioni più periferiche dell’albero bronchiale, trasportandovi le sostanze tossiche a loro adese) aumentano considerevolmente, superando spesso i valori limite raccomandati per la salute.

 

Si ricorda inoltre che fumare negli autoveicoli in presenza di minori o donne in gravidanza è vietato dalla normativa vigente.

Quando si parla di “fumo di terza mano” ci si riferisce al fatto che le sigarette rilasciano nell’ambiente residui tossici, che vanno a depositarsi su pelle, capelli, vestiti, tappezzeria, mobili, oggetti, non vengono eliminati dai comuni metodi di pulizia e possono essere rilevati nell’ambiente anche per molto tempo. Un bambino che gioca o gattona sul pavimento avrà quindi molte probabilità di raccogliere con le mani questi residui ed ingerirli. Il fatto che il “fumo di terza mano” sia dannoso per la salute dei bambini è dimostrato dal fatto che i figli di fumatori sono più esposti a malattie anche quando i genitori non fumano in loro presenza. Inoltre, la persona che fuma ha un’irritazione cronica alle vie respiratorie, a causa di germi patogeni che vivono nelle sue vie aree e si diffondono attraverso il respiro, e in questo modo può contagiare il bambino con infezioni respiratorie.
Sono stati riportati esiti avversi della gravidanza associati all’uso della sigaretta elettronica, ma i dati sono limitati. È certo tuttavia che il suo utilizzo espone la donna e il feto a nicotina ed altre sostanze potenzialmente dannose e non associate ad alcun beneficio per la salute, pertanto andrebbe evitato. Un altro aspetto riguarda il rischio di ingestione accidentale del liquido per sigaretta elettronica contenente nicotina, con possibile avvelenamento nei bambini.
La scelta di avere un figlio e/o l’attesa di questo bambino prima e durante la gravidanza rappresentano un’ottima occasione e forniscono una forte motivazione per smettere di fumare. Chiedere aiuto è importante durante questo periodo, non solo per smettere, ma anche per portare avanti nel tempo questa scelta. Gli operatori sanitari possono sostenere la coppia ed eventualmente indirizzarla ad un centro antifumo. È possibile anche contattare il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800 554 088 dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS. A questo link inoltre è possibile consultare l’elenco dei servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco 2018.
 

Approfondimenti

 

Sbrogiò L, Beltrame L, Salvagno L (a cura di) (dicembre 2015) “Mamme libere dal fumo: guida al counselling ostetrico. Nuova edizione per il personale sanitario del percorso nascita” . Regione del Veneto, Venezia.

Epicentro, Sorveglianza PASSI 2014-2016, fumo e alcol in gravidanza

Sito Mitosi

Progetto mamme libere dal fumo. Il sito fornisce dati e documenti sui danni dell'esposizione al fumo in gravidanza e in presenza dei bambini.

Smetti in tempo. Sito della regione Veneto dedicato al trattamento del tabagismo al servizio dei cittadini e degli operatori del settore.

Area dedicata al fumo sul sito del Ministero della Salute.

CDC, Tobacco and e-cigarettes.

Ultimo aggiornamento: 03/05/2021
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